Il 19 gennaio è stato firmato dall’ordine degli architetti di Firenze, dalla Fondazione Architetti, dalla Fondazione Michelucci e dall’ANCE Firenze un appello al ministro per la realizzazione della loggia di Isozaki.
La volontà è stata di sollecitare la necessità di realizzare la pensilina dopo le dichiarazioni del sottosegretario alla Cultura Sgarbi, che l’ha definita “un brutto progetto del millennio scorso” o peggio.
Nella lettera aperta si legge: “Realizzare tale progetto, donando a Firenze una opera d’arte contemporanea, diventa una questione di principio oltre che culturale” e ancora: “Si tratta di realizzare un elemento funzionale, destinato a dare anche un senso estetico e contemporaneo alla piazza del Frano, caratterizzando questo importante spazio”.
I firmatari proseguono la lettera esprimendo preoccupazione sull’ipotesi del ministero di abbellire con verde pubblico l’uscita dal museo. Questo perché non renderebbe giustizia all’area e alla credibilità della città.
A subirne le conseguenze sarebbe anche la credibilità internazionale dei concorsi, sottolineato dal presidente dell’Ordine degli architetti di Firenze, Andrea Crociani, che ha aggiunto: “ Non si può mettere assolutamente in discussione l’esito di un concorso dopo che è stato individuato un vincitore. C’era una giuria qualificata, hanno giudicato, c’è un vincitore, basta”. Anche il sindaco Nardella aveva già espresso perplessità sul ripensamento ministeriale dichiarando che non si potesse sostituire un’opera di un grande architetto con quattro piante e due fioriere. Ora ha commentato: “È rilevante che da parte di questi soggetti ci sia un interesse e sensibilità sul tema del progetto Isozaki. Io ho garantito collaborazione sia al ministro Sangiuliano che al sottosegretario Sgarbi, ma ho anche ribadito che la posizione del nostro comune è quella di esprimere un giudizio solo quando avremo visto un progetto chiaro. Credo che l’unica condizione per sostituire Isozaki sia quella di fare un concorso internazionale dello stesso valore, dello stesso significato, con l’ambizione di realizzare un progetto che sia alla stessa altezza.”
